8 dicembre 2013 alle ore 11.14
In risposta a chi sosteneva la scelta di uscire dall'Euro come positiva per l'Italia, mi son lasciato prendere dall'emozione e son partito per la tangente, me ne scuso , ma in una volta sola ho sintetizzato i sentimenti che mi agitano dal mio rimpatrio ad oggi.
Sulla situazione attuale, e sull'idea dell'uscita dall'euro, dico che la drammaticità in realtà è dovuta alla (mancata) gestione che è stata fatta del passaggio all'€, fatta da furbi delinquenti istituzionalizzati che dovevano controllare furbi disonesti evasori ... che se ne sono tutti fregati ampiamente di dove stavano portando, anzi lasciando andare, il paese.
Ora uscire dall'€, per un paese di industrie di trasformazione di materie prime, che non ha, e che deve importare, significherebbe svalutare, si dice del 30%, la propria moneta, andando a peggiorare ulteriormente il deficit commerciale; inoltre comporterebbe un tragico ulteriore abbassamento del potere d'acquisto delle famiglie.
L'UNICA vera manovra proficua è prendere il controllo dell'economia e della finanza statale, stoppare netto TUTTI gli sprechi, controllare i flussi di denaro e la sostenibilità delle industrie di stato. Il tutto supportato da una coesione sociale maturata dalla presa di coscienza che tutti devono partecipare e contribuire alla cosa pubblica. Utopico? certo! non siamo un popolo comunitario né sociale, non fiero né orgoglioso, ma ottusamente vanaglorioso e presuntuoso, incapace di assumere le proprie responsabilità né di essere abbastanza intelligentemente umile da ammettere i propri errori, né quindi capace di capire dove ha sbagliato e agire in conseguenza.
Per questo l'Italia è destinata a fallire, e temo in un movimento a parabola discendente che avvicinerà l'ineluttabile disastro in un crescendo esponenziale, che mi dispiace arrivi prima che io sia morto.
Sono emigrato nel '92 perchè già qua il mondo del lavoro era un orizzonte occluso e in peggioramento. Dall'estero ho sempre votato i referendum e le politiche per un rinnovamento in appoggio alle nuove forze democratiche in campo; torno qui e vedo che i miei, sono stati voti sprecati, è stato eletto e tenuto al potere un sistema di corruzione, elusione e saccheggio del bene pubblico, con miope ottusità, ed ancora oggi, che le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, metà degli italiani è pronta a rimettere in mano le chiavi del loro futuro a quei delinquenti od ai loro ventennali complici! ....
O tutt'al più stanno a fare liti da pollaio su quisquilie insignificanti o sul sesso degli angeli, invece di (voler vedere) cose semplici ma fondamentali su cui unirsi ed intervenire.
Ma il problema è che ci vuole la voglia e l'intelligena e l'umiltà e la determinazione, cose che non sono iscritte nel nostro patrimonio né sul frontone del palazzo della civiltà all'Eur.
In risposta a chi sosteneva la scelta di uscire dall'Euro come positiva per l'Italia, mi son lasciato prendere dall'emozione e son partito per la tangente, me ne scuso , ma in una volta sola ho sintetizzato i sentimenti che mi agitano dal mio rimpatrio ad oggi.
Sulla situazione attuale, e sull'idea dell'uscita dall'euro, dico che la drammaticità in realtà è dovuta alla (mancata) gestione che è stata fatta del passaggio all'€, fatta da furbi delinquenti istituzionalizzati che dovevano controllare furbi disonesti evasori ... che se ne sono tutti fregati ampiamente di dove stavano portando, anzi lasciando andare, il paese.
Ora uscire dall'€, per un paese di industrie di trasformazione di materie prime, che non ha, e che deve importare, significherebbe svalutare, si dice del 30%, la propria moneta, andando a peggiorare ulteriormente il deficit commerciale; inoltre comporterebbe un tragico ulteriore abbassamento del potere d'acquisto delle famiglie.
L'UNICA vera manovra proficua è prendere il controllo dell'economia e della finanza statale, stoppare netto TUTTI gli sprechi, controllare i flussi di denaro e la sostenibilità delle industrie di stato. Il tutto supportato da una coesione sociale maturata dalla presa di coscienza che tutti devono partecipare e contribuire alla cosa pubblica. Utopico? certo! non siamo un popolo comunitario né sociale, non fiero né orgoglioso, ma ottusamente vanaglorioso e presuntuoso, incapace di assumere le proprie responsabilità né di essere abbastanza intelligentemente umile da ammettere i propri errori, né quindi capace di capire dove ha sbagliato e agire in conseguenza.
Per questo l'Italia è destinata a fallire, e temo in un movimento a parabola discendente che avvicinerà l'ineluttabile disastro in un crescendo esponenziale, che mi dispiace arrivi prima che io sia morto.
Sono emigrato nel '92 perchè già qua il mondo del lavoro era un orizzonte occluso e in peggioramento. Dall'estero ho sempre votato i referendum e le politiche per un rinnovamento in appoggio alle nuove forze democratiche in campo; torno qui e vedo che i miei, sono stati voti sprecati, è stato eletto e tenuto al potere un sistema di corruzione, elusione e saccheggio del bene pubblico, con miope ottusità, ed ancora oggi, che le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, metà degli italiani è pronta a rimettere in mano le chiavi del loro futuro a quei delinquenti od ai loro ventennali complici! ....
O tutt'al più stanno a fare liti da pollaio su quisquilie insignificanti o sul sesso degli angeli, invece di (voler vedere) cose semplici ma fondamentali su cui unirsi ed intervenire.
Ma il problema è che ci vuole la voglia e l'intelligena e l'umiltà e la determinazione, cose che non sono iscritte nel nostro patrimonio né sul frontone del palazzo della civiltà all'Eur.
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